SENTENZA LEXITOR: nuova condanna per la Santander

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In caso di estinzione anticipata di un finanziamento, il consumatore ha diritto alla riduzione del costo complessivo del credito.
È quanto ha stabilito il Gdp di Afragola, con la sentenza del 2 ottobre 2020, applicando integralmente il principio della nota sentenza Lexitor.
Vediamo i fatti.

Quando il consumatore riesce a estinguere anticipatamente il suo contratto di finanziamento ha diritto alla riduzione del costo complessivo del credito: non è tenuto a pagare gli interessi e ha diritto alla restituzione dei costi fissi sostenuti al momento della stipula.

La vicenda

Dopo aver estinto una cessione del quinto stipulata con la Santander quando mancavano ancora 68 rate (versando la somma rimanente in un’unica soluzione), il consumatore ha richiesto la restituzione dei costi residui non maturati e incassati anticipatamente per commissioni bancarie, commissioni di intermediazione e costi assicurativi.
Secondo la banca, invece, i predetti costi non erano rimborsabili perché a carico del cliente, in quanto maturati interamente all’atto del perfezionamento del contratto.


Come noto, la disciplina di riferimento è l’articolo 125 sexies comma 1° del Testo Unico Bancario che ha recepito l’articolo 16 della Direttiva Europea 2008/48, secondo cui il consumatore può rimborsare anticipatamente, in qualsiasi momento, in tutto o in parte, l’importo dovuto al finanziatore. In tal caso, ha diritto a una riduzione del costo totale del credito, pari all’importo degli interessi dovuti e dei costi dovuti per la vita residua del contratto.

La Corte di Giustizia ha ribadito che il diritto del consumatore alla riduzione del costo totale del credito in caso di rimborso anticipato del credito include tutti i costi posti a carico del consumatore. Lo scopo è quello di garantire una elevata protezione del consumatore e una tutela effettiva del suo diritto alla riduzione di costi totali del credito in caso di estinzione anticipata del contratto.


In dettaglio, nella sentenza si rileva che “il Giudice di pace come Giudice comune europeo, è obbligato a recepire le decisioni della Corte di Giustizia che hanno efficacia extraprocessuale vincolante e retroattiva anche sui rapporti sorti prima purchè non siano coperti da giudicato salvo che la Corte stessa non ne limiti l’applicabilità ed è l’unica autorità giudiziaria deputata alla interpretazione delle norme comunitarie ,la quale ha carattere vincolante per il giudice nazionale che può e deve essere applicata ai rapporti giuridici sorti e costituiti prima della sentenza intepretativa della Corte di Giustizia”.

Il Giudice di Afragola, a valle di un preciso e articolato ragionamento, ha quindi condannato la banca a restituire:

– le commissioni di Unifin in qualità di mandataria del finanziatore (Santander Consumer Bank) per il perfezionamento e la gestione del finanziamento;
– le provvigioni per l’intermediario;
– i costi relativi al premio assicurativo.

Per concludere

La questione rimane sospesa e controversa. Per un verso, ci sono intermediari che non ottemperano alle decisioni disposte dall’Arbitro bancario finanziario né alle linee guida di Banca d’Italia, organo di vigilanza degli istituti finanziari. D’altro canto, sono ormai tantissime le pronunce dei Giudici italiani che hanno ritenuto che la Direttiva UE 2008/48 debba essere interpretata così come disposto dai giudici di Lussemburgo e che le banche devono restituire tutti i costi sostenuti per la quota parte non goduta.


Tale sentenza arricchisce le numerose decisioni di recepimento della Lexitor (tra cui le recenti adottate da Tribunale di Torino, Milano, Savona e Pavia) e rappresenta una ulteriore condanna per la Santander dopo la nota ordinanza del Tribunale di Torino.


Nonostante l’atteggiamento ostruzionistico degli istituti bancari occorre essere determinati nel conseguire il riconoscimento dei propri diritti.

QUI LA SENTENZA:

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