Relazione ABF: 5 milioni di euro non restituiti a causa degli inadempimenti delle banche

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Oggi è stata pubblicata la relazione sull’attività svolta dall’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) nel 2020. Si registra un aumento dei ricorsi complessivi rispetto all’anno precedente che si attesta a quasi 31.000, ciò anche a causa del contenzioso in materia di cessione del quinto derivante dalla sentenza Lexitor della Corte di Giustizia Europea (55& del totale) e dalle controversie in materia di buoni fruttiferi postali.

I Collegi che hanno ricevuto più ricorsi sono rispettivamente quelli di Roma (21%), Milano (20%) e Palermo (14%). Tuttavia, si registra un numero elevato di decisioni non rispettate da parte degli intermediari ed in particolare gli istituti maggiormente inadempienti sono stati: Istituto bancario del lavoro (IBL), Intesa Sanpaolo, Pitagora, Futuro2 e Bibanca, che complessivamente rappresentano il 75 per cento del totale.

I Collegi hanno complessivamente riconosciuto ai consumatori quasi 27 milioni di euro di cui solo 22 milioni di euro sono stati restituiti a causa degli inadempimenti degli intermediari soprattutto in materia di CQS e BFP.

Ciò significa che ci sono circa 5 milioni di euro che le banche hanno trattenuto e non hanno liquidato ai consumatori nonostante le decisioni di condanna nei loro confronti. Basti pensare il tasso di adempimento è dell’83% e pertanto sussiste un 17% di decisioni che non vengono rispettate senza tuttavia che vi siano delle sanzioni importanti per le banche.

Con riferimento all’importo medio riconosciuto, dai dati emersi dalla relazione emerge che tra il 2019 e il 2020 l’importo medio riconosciuto alla clientela nei ricorsi presentati è passato da 2.400 euro a circa 2.000 euro (1.900 per i consumatori e 6.600 per i non consumatori). Le banche di credito cooperativo detengono la quota di soccombenza più bassa, mentre le società finanziarie quella più alta.

Si evince pertanto l’esigenza di rafforzare l’autorevolezza dell’Arbitro Bancario Finanziario poiché grazie alla sua funzione deflativa può consentire in tempi brevi e con un importo basso di risolvere gran parte del contenzioso bancario.

Ciò può essere possibile solo attraverso un impianto sanzionatorio realmente efficace e tale da evitare un così grande numero di inadempimenti. Le attuali misure adottate nei confronti degli istituti bancari in caso di inadempimento non sono idonee a conferire la giusta considerazione all’Arbitro Bancario Finanziario.

Appare sconcertante che numerosissimi istituti bancari non rispettino le decisioni provenienti da un istituto che rappresenta il loro organo di vigilanza perché così facendo viene delegittimata l’istituzione della Banca d’Italia.

Qui la relazione.

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