Doppia condanna per la Santander Consumer Bank: ancora una volta i Giudici dispongono l’obbligo per le finanziarie di restituire ai consumatori tutti i costi sostenuti, in sede di stipula di un contratto di finanziamento, nel caso di estinzione anticipata per la quota parte non goduta.
Dopo due anni e mezzo dalla nota sentenza Lexitor, la giurisprudenza italiana è praticamente unanime nell’applicazione dei principi della CGUE e non mancano decisioni in ogni foro giudiziario d’Italia.
Da Conegliano Veneto a Palermo, è un coro unanime di pronunce di condanna nei confronti delle finanziarie.
Santander, dal canto suo, essendo un importante player nel mercato delle cessioni del quinto, è nuovamente destinataria di pronunce sfavorevoli.
Il Tribunale di Pavia ha confermato l’indirizzo preesistente ritenendo che i principi della sentenza Lexitor devono essere interamente applicati anche dopo la legge con cui è stato modificato l’art. 125 sexies del TUB perché, diversamente, si andrebbe a fornire un’interpretazione della direttiva – di cui la norma nazionale ne rappresenta la trasposizione – differente rispetto a quella dovuta.
Dello stesso avviso il Giudice di Pace di Salerno, nell’ambito di un giudizio in cui il consumatore, assistito dagli avv.ti De Fluri e Fieramosca, ha disposto che la finanziaria Santander restituisse la quota parte di tutti i costi sostenuti, sia quelli recurring e sia quelli up front, sulla base del disposto del citato art. 125 sexies.
Insomma, nonostante le continue sconfitte in sede giudiziale, le finanziarie preferiscono “resistere” sino alla condanna piuttosto che rimborsare spontaneamente i consumatori.
Una lotta giudiziaria tra Davide contro Golia che sta tuttavia regalando tante soddisfazioni ai consumatori.
Qui le decisioni
All. PAVIA Trib Sent. 439-2022 – dott. Arcudi-2-3-2