Il Disegno di legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, noto come Ddl Zan – dal nome del parlamentare Pd che lo ha presentato – è ancora fermo al Senato. Eppure, i fatti di cronaca quasi ogni giorno ci ricordano l’aumento di casi di violenza fisica e verbale nei confronti di persone omosessuali e transessuali.
Nei prossimi giorni dovrebbe essere ricongiunto insieme ad altri quattro disegni di legge simili. Vediamo cosa prevede e le pene che introduce.
Cosa prevede il disegno di legge Zan?
Si tratta di una normativa contro discriminazioni e violenze per orientamento sessuale, genere e identità di genere. Il Ddl allarga una legge già esistente nel codice penale.
Nell’articolo 1 vengono riportate le definizioni esatte dei termini inseriti nel disegno di legge, ovvero:
– per sesso si intende il sesso biologico o anagrafico;
– per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso;
– per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso o di entrambi i sessi;
– per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione.
All’art. 4 rimarca come sia sempre tutelata “la libera espressione” e il “pluralismo delle idee”. Chiunque potrà continuare a dire che trova “innaturale il matrimonio omossessuale o l’utero in affitto”, ma non potrà dire per esempio “a morte chi pratica il matrimonio omossessuale”.
Con la Legge Zan si intende punire chiunque commetta o istighi violenza o discriminazioni nei confronti di altre persone per via del loro sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere.
Tali condotte sono seguite da multe fino a 6.000 euro e il carcere fino a 4 anni.
Nella sua seconda parte, il Ddl Zan istituisce la Giornata Nazionale Contro l’Omofobia in data 17 maggio. Infine, provvede allo stanziamento di 4 milioni di euro l’anno per supporto ai centri dedicati alle vittime di reati di odio e discriminazione, in generale per iniziative di contrasto al fenomeno.
Aspettiamo di conoscere quello che sarà il suo iter. Nel frattempo, in tanti continuano a mobilitarsi per sostenere il Disegno di legge.