La Banca d’Italia ha emesso le nuove linee orientative in seguito alla importante sentenza della Corte di Giustizia Europea che rimette in discussione l’orientamento sino ad ora seguito dall’Arbitro Bancario Finanziario.
In tema di criteri di rimborso ai consumatori dei costi sostenuti in sede di stipula del contratto di finanziamento, la Banca d’Italia ha disposto che, con riferimento ai nuovi contratti di credito, in caso di rimborso anticipato dovrà essere assicurata la riduzione del costo totale del credito includendo tutti i costi a carico del consumatore, escluse le imposte.
Inoltre, indica di ricorrere a schemi tariffari che incorporino la gran parte o tutti gli oneri connessi al finanziamento nel c.d. tasso annuo nominale (TAN), al fine di determinare con più semplicità l’importo da rimborsare al consumatore.
Con riferimento ai contratti in essere, nel caso in cui il cliente eserciti il diritto al rimborso anticipato dei finanziamenti, gli intermediari sono chiamati a determinare la riduzione del costo totale del credito includendo tutti i costi a carico del consumatore. Sono da rimborsare anche i costi definiti nei contratti come non rimborsabili (c.d. up front) per i quali, chiarisce Banca d’Italia, dovrà essere stabilito un criterio proporzionale rispetto alla durata.
La sentenza della Corte di Giustizia avrà un impatto rilevante in tema di rimborso a favore dei consumatori poiché se sino a questo momento le Banche hanno (sia pur parzialmente e spesso solo in seguito ad reclamo o un ricorso) restituito una parte dei costi sostenuti dai clienti, d’ora in poi saranno chiamate a rimborsare anche quelle spese definite come non rimborsabili, tra cui si richiamano principalmente le c.d. spese istruttorie e le commissioni di intermediazione.
Del resto, stante il principio del primato del diritto comunitario, le sentenze della Corte di Giustizia, emesse in sede di rinvio pregiudiziale, hanno immediata applicabilità anche ai rapporti giuridici sorti e costituiti prima della sentenza, con effetto vincolante per tutti i casi analoghi.
Ciononostante gli intermediari stanno opponendo una certa resistenza alle richieste avanzate negli ultimi mesi in virtù della suindicata sentenza.