Trasformazione in società per azioni e pieno rilancio: questo l’esito della votazione di 35mila soci che hanno dunque portato alla salvezza dell’istituto.I voti totali raccolti hanno portato alla nascita della “Banca 2.0” come sottolineato dagli stessi commissari del più grande Istituto finanziario del meridione. Sono stati proprio loro a convincere i soci (anche attraverso un pacchetto di iniziative in loro favore, come un warrant, azioni gratuite, risarcimenti di 2,38 euro a titolo per ogni azione acquistata negli aumenti di capitale 2014-2015), sottoposti nei giorni scorsi anche ad azioni di persuasione da parte di sindacati e associazioni dei consumatori.Ed ecco dunque che il 97% dei soci si è espresso a favore della trasformazione della Popolare di Bari in spa e di un piano di rilancio che porta allo stanziamento di 1,6 miliardi di euro da parte del Fondo Interbancario e da Mediocredito centrale, braccio operativo del ministero delle Finanze che, con un esborso di 430 milioni di euro, andrà ad ottenere il 97% del capitale della banca. I soldi serviranno a coprire le perdite della precedente gestione guidata dagli Jacobini.
Un eventuale voto negativo avrebbe significato la liquidazione coatta, con danni enormi dal punto di vista occupazionale (il licenziamento di oltre 2 mila dipendenti) ed economico per tutto il territorio pugliese. E, naturalmente, avrebbe avuto delle conseguenze sui soci, specie per i 15 mila obbligazionisti che avrebbero visto sfumare il rimborso al 2021 dei 218 milioni di euro di obbligazioni subordinate acquistate negli anni scorsi.
La votazione di questa mattina apre dunque una nuova strada per la banca: non più ingabbiata nel voto capitario (quello stesso metodo “una testa, un voto”), adesso sarà retta dall’istituto guidato da Bernardo Mattarella. L’obiettivo dei prossimi anni resta quello di riportare la banca in attivo e di rilanciarla attraverso fusio