Come riportato dal Corriere della Sera, in queste ore i commissari straordinari della Banca Popolare di Bari, seguendo le indicazioni del Ministero dell’Economia in tema di ristori a favore degli azionisti truffati, sarebbero a lavoro in due direzioni: transazioni e incentivi.
Per gli obbligazionisti ci sarà invece la dovuta liquidazione alla scadenza del bond fissato al 2021.
Il rimborso per gli azionisti potrebbe dunque essere oggetto di una valutazione caso per caso nei confronti dei soci che hanno contestato la violazione delle norme sulla vendita delle azioni grazie ai fondi versati dal Fondo Interbancario (Fitd) e dalla banca pubblica MedioCredito Centrale (MCC) che consentiranno il salvataggio della Popolare.
Perché proprio il 30%? Perché questa è la quota riconosciuta per gli azionisti delle banche saltate negli scorsi anni (tra cui Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti) ed introdotta dalla legge della fine del 2018.
In quella occasione, il Fitd ha rimborsato già tutti gli obbligazionisti subordinati all’80%, per quasi 225 milioni, più altri 25 milioni per le venete.
Ora si sta procedendo con l’integrazione di un altro 15%, per ulteriori 30 milioni.
Con riferimento alla seconda ipotesi sul tavolo, si sta immaginando alla aggiunta di un incentivo per la partecipazione all’assemblea straordinaria della Popolare di Bari che sancirà la trasformazione in spa, così come avvenuto in Carige per raggiungere il quorum.
In quel caso, sono stati stanziati 10 milioni di euro in nuove azioni.
Tuttavia, nella Popolare, per statuto, serve la presenza di un quarantesimo dei 70 mila soci, cioè circa 1.700 persone. Ci sono dunque due modalità, così come sottolineato da Banca d’Italia, per ristorare gli azionisti truffati di Pop Bari: in denaro, coprendo l’ammanco che si verrebbe a creare con le risorse del Fitd, oppure con nuove azioni.
Ad ogni modo, sarà sempre il Fitd che si farà carico degli indennizzi ai risparmiatori traditi, come è già avvenuto con le quattro banche saltate nel 2015 (Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti) e poi con Veneto Banca e Popolare di Vicenza.
Dunque, visto il fisiologico clamore che ha provocato la questione degli azionisti della Popolare, possiamo immaginare che il governo troverà una soluzione di risarcimento a favore degli azionisti così come è avvenuto per altre banche, con la differenza che la Banca Popolare di Bari non può non essere salvata considerato che rappresenta un grande istituto bancario del mezzogiorno.
Così stando le cose, il suggerimento da dare a tutti gli azionisti è di attivarsi per interrompere il termine di prescrizione attraverso una diffida all’Istituto e di attendere i nuovi sviluppi o, in alternativa, di avviare un giudizio ordinario.